L’altra faccia(ta) del mondo del restauro
Bentornati sul nostro blog!
Abbiamo parlato fino a questo momento di questioni attinenti più al mondo della burocrazia che a quello dell’arte vera e propria. Con questo articolo, in attesa dei nuovi post recanti le più fresche novità riguardo i lavori (che arriveranno a breve) vogliamo fornire un itinerario dettagliato su come i restauri vengono, di fatto, portati avanti nel senso più tecnico del termine: in parole povere come i vari aderenti al progetto “si sporcano le mani” di stucco, colori e anche passione per quelle opere cui stanno con calma dando una nuova luce.
Considereremo il lavoro che si applica ad un affresco mettendolo successivamente a confronto con quello dei dipinti murali “a secco”. Innanzitutto è opportuno spiegare la differenza tra un affresco e un dipinto murale. L’affresco è un tipo di pittura eseguita sull’intonaco ancora fresco del muro, come sul muro è anche la pittura “a secco”, chiamata così poiché i pigmenti vengono applicati sull'intonaco già asciutto. L’accertamento dello stato di conservazione d’un affresco comincia innanzitutto dalle condizioni statiche dell’edificio in cui si trova con il controllo delle condizioni fisiche degli intonaci o valutando eventuali danni prodotti dall’uomo stesso a causa magari di antichi restauri già effettuati.
Ma come avviene il risanamento dell’ambiente? Il processo è decisamente lungo e complesso.
Si inizia eliminando eventuali fonti di umidità, tagliando il muro alla base, inserendo uno strato impermeabile di materiale sintetico e successivamente lasciando “respirare” la superficie su cui si è intervenuti. Avviene poi il fissaggio del colore e poi la parte più dura, lo stacco: per effettuare questo passaggio si utilizza la “colla forte” animale, ovvero una sostanza adesiva conosciuta anche come “colla Zurigo” o “colla cervione”, quel tipo di colle che si sentono nominare accostate a nomi celebri della storia dell’arte, come Leonardo Da Vinci perché veniva utilizzata in forma massiva nel Rinascimento appunto per affrescare le pareti! Effettuato lo stacco l’affresco viene girato sul retro, l’intonaco è assottigliato e si incollano due tele (le stesse già applicate precedentemente); a tele asciutte l’affresco viene nuovamente girato e con acqua calda o solventi adatti vengono staccate. Ma esistono tante altre tipologie di stacco come lo “stacco a massello”, consistente nell’asportazione della pellicola pittorica con una parte del muro sottostante. Dopo aver analizzato il restauro sugli affreschi è bene confrontarlo con quello del dipinto murale “a secco”, forse uno dei più difficili poiché non vi sono molte possibilità di intervento. Innanzitutto utilizzando soluzioni di resine acriliche si opera un primo consolidamento, poi ripetendo gli stessi passaggi dello strappo dell’affresco ma con un collante più debole viene effettuata la “rimozione delle tempere”. Attenzione, prima di procedere con lo strappo bisogna assicurarsi che il colore sia ben asciutto e consolidato! Tutti questi procedimenti richiedono grande tecnica, pazienza e soprattutto cura del dettaglio, non per nulla coloro che si occupano dei lavori appartengono a personale altamente specializzato.
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